La “progressite”

di Massimo Rizzante Di recente ho letto diversi articoli in cui editor e studiosi di esperienza pluridecennale, stanchi della calma piatta del mare letterario nostrano, dibattevano sulla necessità di un ritorno al “pensiero formale” (Mario Perniola) o, almeno, a non temere il naufragio, correndo tutti i rischi del caso (Ferruccio Parazzoli). A me basterebbe sapere…